il Dio in cui credo | |
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rispondendo ad un amico |
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Domandina cattiva ... se Dio non c'è, perché ne parli tanto? Forse non c'è quel Dio , un po' tappabuchi, un po' factotum, quello - per intenderci - che toglie all'uomo la libertà di sbagliare, di essere malvagio, o al male di impossessarsi dell'uomo. Se è così sono d’accordo, quel dio non c'è. A me piace pensare un Dio che ha compassione, che ci sopporta come siamo, che ci lascia sbagliare, che lascia che la sofferenza si prenda gioco di noi; un Dio che è entrato nella storia dell'uomo ed ha vissuto tutto, anche l'invivibile e che è in fondo alla strada di ciascuno ad attenderci e che in modo, impercettibile, ma non meno reale si è fatto compagno della nostra strada. L'errore è immaginare un Dio onnipotente, l'immagine che nei secoli ci siamo creati è quella di una super o iperizzazione dei valori o delle aspirazioni umane. Questo è il Dio che fa comodo alle religioni (e al potere politico: i re e le repubbliche) perché va cercato, pregato, servito, implorato, accontentato ... ma in tutto questo si finisce per servire e implorare il potere di turno (morale, religioso, politico). Questa immagine di Dio è una caricatura che distorce l'immagine del Dio vero che è quello che è (cioè come gli pare). La mia fede (che non è detto debba assomigliare a quella degli altri, o convincere altri) mi dice che Dio si è fatto Uomo, non per essere servito ma per servire, un Dio che si è lasciato attraversare dalla impotenza, che si è lasciato giustiziare dal potere (religioso e politico insieme). Questo è il Dio che sento vicino nelle mie impotenze, nella quotidianità del peccato, nelle cose che non arrivo a capire che mi mostrano un uomo debole e malvagio che considera l'altro nulla fino a sterminarlo (cronaca di ieri). Un Dio che crede nell'amore e mi chiede di fare altrettanto, che riesce ad amare il suo nemico ed anche il mio, e proprio perché ama il mio nemico mi sconcerta e mi provoca. Un Dio che toglie le mie sicurezze perché ne cerchi altre che al momento stento ad individuare, almeno nella concretezza della mia vita. Ma anche un Dio che ha compassione, mi ama per quello che sono e mi consola.
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